*Antonio Sasso - membro del comitato La Voce di Valle
Non ho vissuto la guerra, per mia fortuna, ma il clima, e i conseguenti disagi di oggi, mi fanno tornare indietro nel tempo. Abituati ad avere tutto e in tempo reale, le difficoltà che il coronavirus comporta sembrano terribilmente difficili da affrontare.
La cosa che sorprende in modo particolare non è l'assioma virus - pericolo di morte - bensì tante variabili legate agli interpreti della società Italiana.
Nella fase iniziale si ponevano due domande:
1) chi paga i danni legati all'infezione?
2) lo Stato dov'è ?
Tutto questo mi ricorda tanto espressioni del secolo scorso del tipo: "piove o nevica: Governo ladro!".
C'è sempre qualche responsabile a prescindere. Ora il dramma è: a chi attribuiamo ora la responsabilità? Perché per noi il responsabile è sempre di qualcun altro.
Sono di Avellino, amo in maniera viscerale la mia terra e come me tante persone perbene. Rimbocchiamoci le maniche e seguiamo quanto ci viene suggerito.
Soffermiamoci sul fatto che la nostra è una società piena di certezze (che illusione!). Tutti sanno cosa fare e i percorsi da seguire. Stiamo con i piedi per terra e atteniamoci ai risultati concreti di Codogno. Non occorrono solo uomini d'acciaio per dirla con Guido Dorso. Servono tanta attenzione e buon senso. Anche dalla periferia, con tutte le sue criticità, la sensibilità è un valore fondante.
E allora, viva l'Italia unita.
Solo l'unità e la solidarietà nazionale renderanno grande, ancora una volta, il nostro Paese.
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