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Rimbocchiamoci le maniche

Mi sveglio e non so che giorno è. Strano - mi dico - è ancora buio… sarà una brutta giornata! Prendo il caffè e solo allora ricordo che è subentrata l’ora legale.

Mi lascio dolcemente andare.

Ho timore di accendere la tv, notizie buone sul fronte virus credo non ci siano ma prendo il coraggio a due mani e sullo schermo compare il Papa. Ascolto parte dell’omelia e mi affaccio sul balcone. Tutto tace. Solo la natura pare ignorare il virus: c’è il corvo e la cinciallegra. Ci sono le piante in trepidante attesa ed un moscone che gironzola senza il tipico vigore. Il silenzio è interrotto da una vocina: mamma il latte!

Pian pianino il rione si anima e qualche cucina comincia ad attivarsi. Quasi per un tacito accordo molte altre si danno da fare e l’aria è pervasa da intensi profumi. Cominciamo bene - penso - ma forse è giusto ritrovare oltre la quarantena anche il piacere della casa e l’impegno di tutta la famiglia, finalmente unita, per colpa del virus. Come ogni cosa anche questa vicenda ha tanti risvolti.

La paura, l’incertezza del futuro, i figli lontani, il lavoro e il terribile rischio dell’indigenza! Non mancano nemmeno coloro che sono pronti a cavalcare il triste momento. All’improvviso le campane a stormo mi richiamano alla speranza. Rimbocchiamoci le mani.

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