Per rispetto nostro: restate a casa
- lavocedivalle
- 16 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 apr 2020
*Maria De Iasi
Oggi c'è un buon brodo di carne, è sabato, sono rimasta legata alle tradizioni: il sabato, finché siamo in inverno, in genere c'è il brodo, anche se di inverno, quest'anno, ne abbiamo visto ben poco. Oggi ho apparecchiato la tavola di tutto punto, ci siamo seduti a tavola io e mio marito, ma mi sono resa conto che mancava qualcosa.
Mancava l'allegria, le discussioni talvolta anche accese, lo scambio di idee. Ma sopratutto mancavano, come ogni sabato: le mie adorate nipotine con i loro sorrisi che riempiono non solo la casa, ma la vita. Sono certa che passerà questo brutto momento e la sofferenza, la paura che si sono impadronite di noi saranno solo un brutto ricordo. Le mie nipoti, del Covid 19, non ricorderanno nulla: apprenderanno tutto dai libri di storia. Ma io, come facevano i miei nonni con me, racconterò loro di questo 2020, che doveva essere un anno ricco di cose belle che all'improvviso si è trasformato in un incubo.

Rami secchi e spogli parevano esser morti, tesi, come mani verso il cielo sembravano chiedere al Signore di poter fiorire di nuovo. Nulla è perduto, nulla è finito, tutto procede anche se in questo tempo malato tutto è più lento. Non avevano fretta quei rami spogli, fiduciosi attendevano che il timido e tiepido sole tornasse ad annunciare la primavera ormai vicina. Stamattina piccoli fiori, hanno vestito di rosa quei rami nudi che ora tendono le mani verso l'azzurro cielo.

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